Carmen

Opera
2022

di Georges Bizet

La Carmen in breve

«Près des remparts de Séville» e nel cuore di Verona, ritorna la storica produzione di Carmen che, nel 1995, sancì il debutto areniano di Franco Zeffirelli. Il capolavoro di Georges Bizet inaugurerà ufficialmente il 99° Festival Lirico il 17 giugno 2022 e verrà replicato sino a fine agosto per un totale di 9 serate. Nella cornice di una Siviglia mozzafiato, lasciatevi rapire dall’eterno fascino di Carmen, la zingara ribelle che ammonisce così i propri pretendenti: «Si tu ne m’aimes pas, je t’aime/Si je t’aime, prends garde à toi!» (Se tu non mi ami, io ti amo/Se io ti amo, attento a te!)

 

Direttore Marco Armiliato

Regia e Scene Franco Zeffirelli

Costumi Anna Anni

Coreografia El Camborio ripresa da Lucia Real

 

 

Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona

Maestro del Coro Ulisse Trabacchin 

Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino

 

Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani 

 

Con la partecipazione straordinaria della Compañia Antonio Gades

Direttore Artistico Stella Arauzo

Location

Arena di Verona

Regia

Franco Zeffirelli

Tipo di spettacolo

Opera

Libretto

Henri Meilhac e Ludovic Halévy dalla novella omonima di Prosper Mérimée

Musica

Georges Bizet

Durata

3h 32min - intervalli inclusi

Gli spettacoli della stagione 2022

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Trama Roberto Mori ATTO I

In una piazza di Siviglia, si affacciano la caserma dei dragoni e una fabbrica di tabacchi. Tra il viavai della gente, si fa strada una ragazza: ha l'aria smarrita, si avvicina alle guardie chiedendo del brigadiere Don José. Le rispondono che entrerà in servizio a breve e la invitano a rimanere con loro. Lei rifiuta intimidita e si allontana. 

Con il cambio della guardia, arriva il nuovo drappello seguito da un gruppo di ragazzini che scimmiottano la marcia dei soldati. C’è anche Don José. Informato della visita della ragazza, intuisce dalla descrizione dei commilitoni che si tratta di Micaela, un’orfana che la madre ha accolto in casa. 

Suona una campana e l’attenzione di tutti si sposta sulle sigaraie che escono dalla manifattura. Gli uomini si precipitano all’ingresso per ammirarle da vicino, le operaie si divertono a farsi corteggiare. Tra di loro c’è Carmen, una zingara bella e sensuale. Consapevole della sua avvenenza, canta una canzone piena di allusioni e fa capire di non credere nella costanza dell’amore. Don José non la bada. Lei si accorge della sua indifferenza e, per provocalo, gli lancia un fiore tra le risate generali. Scandalizzato da tanta sfacciataggine, ma allo stesso tempo turbato, l’uomo lo raccoglie e istintivamente lo nasconde sotto la giubba. 

Ritorna Micaela. La giovane consegna a Don José una lettera e del denaro, oltre che un bacio, da parte della madre lontana. Lui si commuove e, quando Micaela se ne va, legge la lettera: la madre vorrebbe vederlo sposato proprio con quella brava ragazza. Si ripromette di seguire il consiglio e sta per gettare il fiore della zingara quando scoppia una rissa tra le sigaraie. Carmen ha ferito un’operaia con un coltello. Don José viene incaricato di arrestarla e condurla in prigione. Ma Carmen, con consumata abilità seduttiva, inizia a circuirlo: gli promette un incontro d’amore dandogli appuntamento alla taverna di Lillas Pastia, vicino alle mura di Siviglia. Ormai soggiogato, José cede: le scioglie i polsi, finge di ricevere uno strattone e cade. Carmen fugge.

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