Il Barbiere di Siviglia

Opera

Gioacchino Rossini

In breve

Soon Available

Location

Arena di Verona

Tipo di spettacolo

Opera

Musica

Gioacchino Rossini

IL BARBIERE DI SIVIGLIA Roberto Mori ATTO I

È quasi l'alba. In una piazza di Siviglia, un giovane aristocratico, il Conte d'Almaviva, organizza una serenata per una ragazza incontrata qualche tempo prima al Prado di Madrid e della quale ignora l'identità. L'anziano che l'accompagnava al museo – probabilmente il padre – aveva infatti impedito ogni contatto. La giovane però non s'affaccia alla finestra e, dopo che i musicisti se ne sono andati, al Conte, scoraggiato, non resta che sfogarsi con il servitore Fiorello. 

Si sente arrivare qualcuno canticchiando. Almaviva per prudenza si nasconde, ma l'importuno è una sua vecchia conoscenza, Figaro, un barbiere tuttofare. Il Conte gli spiega il suo caso e il “factotum” si offre subito di aiutarlo. Conosce bene la ragazza e, per lavoro, ne frequenta la casa: Rosina non è la figlia del dottor Bartolo, ma la sua pupilla. Non solo. Il tutore, geloso e guardingo, la tiene sotto chiave perché conta di sposarla e mettere le mani sulla sua dote.

In quel momento si apre il balcone e Rosina lascia cadere un foglio che, inutilmente, Don Bartolo tenta di intercettare. Nel biglietto la ragazza informa l'ammiratore di essere incuriosita: vorrebbe sapere qualcosa di lui, quali sono le sue intenzioni. Su suggerimento di Figaro, Almaviva intona allora un'altra serenata, dichiarando di chiamarsi Lindoro e di essere uno studente squattrinato. Vuole che lei lo ami indipendentemente dal suo rango. Rosina sta al gioco e il Conte, euforico, promette a Figaro una generosa ricompensa in cambio del suo aiuto. L'idea dell'oro stimola l'ingegno del barbiere, che suggerisce ad Almaviva di travestirsi da soldato. A Siviglia è in arrivo un reggimento: con un falso permesso di alloggio, il Conte potrà chiedere ospitalità in casa di Don Bartolo e parlare finalmente con la giovane.

Casa di Don Bartolo. Rosina, furba e intraprendente, è decisa a farsi valere: ha scritto una lettera per il giovane che la corteggia e pensa di fargliela avere tramite Figaro. Il barbiere arriva poco dopo, ma è subito costretto a nascondersi. Entrano infatti Don Bartolo e Don Basilio, maestro di canto. Il tutore, avendo intuito l'esistenza di un pretendente, vuole accelerare le nozze. Basilio, faccendiere ipocrita e imbroglione, ha saputo che in città è arrivato Almaviva, lo spasimante di Rosina, e suggerisce a Don Bartolo di diffondere calunnie per metterlo fuori gioco. 

I due si allontanano per preparare il contratto di matrimonio, ma Figaro ha sentito tutto. Riferisce a Rosina le macchinazioni e, dopo averle confermato l'amore di Lindoro, che spaccia per suo cugino, l'avvisa che il giovane cercherà di introdursi in casa. Le consiglia quindi di dare all'innamorato un piccolo segno di incoraggiamento. Detto, fatto: Rosina consegna al barbiere la lettera che aveva già preparato. 

Figaro parte, entra Don Bartolo. Al vecchio sospettoso non sfugge nulla: si accorge che Rosina ha usato carta e penna e la rimprovera. Ma ecco che battono alla porta: entra il Conte travestito da soldato e finto ubriaco. Inutilmente Don Bartolo tenta di allontanarlo. Quando arriva Rosina, Almaviva si fa riconoscere e cerca di passarle un biglietto, ma il tutore se ne accorge e la ragazza riesce per un soffio a sostituirlo con la lista del bucato. Al culmine della confusione, qualcuno batte ancora alla porta: sono le guardie. All'ufficiale che ordina di arrestarlo, il Conte svela di nascosto la sua vera identità e, tra lo stupore generale, viene rilasciato. Nessuno capisce più cosa stia accadendo.

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