Francesco Libetta presenta il suo libro "E la giostra va. Conversazioni con Gianni Tangucci"

Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena, modera l’incontro nel foyer del Teatro Filarmonico. Presente anche il maestro Gianni Tangucci

Venerdì 1° marzo, ore 16.30

Foyer del Teatro Filarmonico

(ingresso da via Roma 1)

 

Un appuntamento imperdibile, un dialogo a tre che coinvolgerà appassionati, curiosi, melomani, lettori e addetti ai lavori. Venerdì 1° marzo, alle 16.30, nel foyer del Teatro Filarmonico, il maestro Francesco Libetta, pianista, compositore e direttore di fama internazionale, presenterà il suo ultimo libro E la giostra va. Conversazioni con Gianni Tangucci. Colloqui scritti che prenderanno vita. Sarà, infatti, presente anche il maestro Tangucci, pesarese di nascita, veneziano d’adozione, musicista e da oltre quarant’anni direttore artistico dei più importanti teatri italiani, dalla Fenice alla Scala, da Genova a Treviso, da Parma a Napoli, dal Comunale di Bologna all’Opera di Roma, dall’Arena di Verona al Maggio Musicale Fiorentino, dove tuttora guida l’Accademia. A moderare l’incontro sarà Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena.

 

L’appuntamento è libero, ad ingresso gratuito e aperto a tutti fino ad esaurimento dei posti disponibili. 

 

Negli uffici dei grandi teatri storici si prendono incessantemente decisioni di ogni genere. Scelta del repertorio, di coreografi, registi, cantanti, compositori, scenografi, strumentisti, direttori, grafici. Coordinare consapevolmente questo microcosmo artistico richiede competenze particolari e talenti specifici. Questo libro è basato su ricordi personali di una vita professionale: attraverso i racconti di Gianni Tangucci e i retroscena di tanti spettacoli rimasti nella leggenda (la Nona di Béjart in piazza San Marco, Outis di Berio alla Scala, il Prometeo di Nono, Lorenzaccio di Bussotti…) si evince quanto sia importante la lettura e la comprensione delle circostanze culturali ed economiche di una città perché il teatro possa svolgere appieno quella sua particolarissima funzione di specchio del mondo, della vita interiore e anche della vita sociale dell’uomo. Per il New York Times Francesco Libetta è “Poet-aristocrat with the profile and carriage of a Renaissance prince”, dedicatario di tutti i pezzi per pianoforte solo di d’Avalos, ha all’attivo integrali di Beethoven, Händel, Chopin, Godowsky, Paisiello, Bosso, con registrazioni pluripremiate da DiapasonLe Monde de la MusiqueClassiqueAmadeus. Solista con direttori come Pappano, Andreae, Mandeal, dopo studi di composizione con Marinuzzi a Roma e Castérède a Parigi, ha scritto musica per teatro, cinema, acusmatica, sinfonica. “Libetta compositore è poeta doctus” ha scritto il Corriere della Sera, sancendo il profilo di uno degli artisti italiani più stimati nel mondo e versatili, dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista, regista e a sua volta protagonista di film di Monsaingeon e Battiato, didatta per la Fondazione Grassi di Martina Franca.

 

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